next

Nell'immagine vedete il progetto originario della dimora invernale di Protty, che risale all'ottobre del 1997. Il passaggio alla costruzione, nel tempo, ha mascherato aspetti anche molto importanti, in particolare la sezione, che non è più ottagonale, ma quadrata. Altri aspetti si sono invece aggiunti, ad esempio la forma a castello con merlature, che allude a mie antiche personali tensioni di desiderio, nonché a vetuste disavventure scolastiche, e l'organizzazione a botole dei livelli. La scelta dei materiali ha naturalmente risposto ad esigenze pratiche (il legno è un buon compensato di spessore 8 e 10 mm., rivestito dove opportuno con plastica adesiva lavabile, la rete è zincata, leggerissima e flessibile, fermata con pinzature; il piano inferiore, chiuso alla vista, funge da cunicolo e tana parto, ed è accessibile da una ribalta che si può vedere molto bene nella foto in basso). L'idea essenziale si articola come si vede in due blocchi speculari, con all'apice il tetraedro che è divenuto la mansardina tanto cara ai Prottidi, teatro delle loro foto più tenere. Il blocco inferiore è allusione allo scavo, si deve immaginare di osservare la struttura dall'alto, il blocco inferiore risulta così occultato. Il blocco superiore rappresenta il mondo visibile. I due blocchi si coniugano secondo i concetti di opacità e di eccezionale trapelare. La dialettica che mettono in atto genera acquisizione di consapevolezza, nell'intermittenza che consente di vedere come è fatto il pensiero o la realtà, nel rapporto uomo animale. L'opacità (il buio del cunicolo) è quanto si cerca di squarciare. Concepita come congegno ideativo, la dimora è un agente di riduzione della proiezione orizzontale (affettività/umanizzazione nel rapporto uomo-animale, visione antropocentrica, asse della fenditura nel blocco superiore) per il potenziamento della proiezione verticale, tetraedrica (connessione idee-cose, asse verticale).  La fenditura attraverso cui si può entrare nel profondo del rapporto uomo-animale è il terremoto del rovesciamento nell'attitudine a rapportarsi all'animale, considerato finalmente come un'alterità: togliendo le precomprensioni ci si pone di fronte a ciò che NON si conosce, che non si è mai potuto vedere. Se non si viene sopraffatti, essere costretti da fortunali alla coscienza dell'opacità permette di approfondire lo sguardo. Quando poi le torbide acque si richiudono, lo sguardo diventa memoria assimilandosi al tempo. L'opacità nel rapporto uomo-animale è un fatto corporeo, prima che mentale, per questo ho costruito la dimora concretizzando il disegno metaforico. La conoscenza cresce per modificazioni del corpo, nel tempo; ciò che non ci colpisce direttamente non lo conosciamo. La fenditura accidentale (moto orizzontale, attraverso il tetraedro-mansardina) squarcia l'opacità del mezzo, che copre di innumerevoli strati il luogo del rovesciamento, consente di udire la musica solenne che traspira dalle profondità; infatti la dimora lignea è concepita anche come strumento musicale. Il fondo chiuso è la cassa armonica e i piani si collegano con "anime" verticali (pilastri di legno), come avviene negli strumenti ad arco tra il fondo e il piano armonico.   next

Per commenti, idee, ecc. protty@protty.it

www.protty.it * background music (tecnologia Beatnik): J.S. Bach Sonata N.4 in C minor, BWV1017: 1.Siciliana: Largo , http://www.bach-js.net/index.html, ©Bruno de Giusti, http://www.bruno-de-giusti.net/