Il relatore

Il dott. Patrick Pageat è laureato in Medicina Veterinaria e Scienze Naturali. Professore incaricato presso l'Ecole National Vétérinaire d'Alfort, tiene corsi di etologia clinica, consultazione etologica clinica e psicodermatologia.
E' inoltre responsabile del laboratorio Pherosintèse S.N.C. per la messa a punto di analoghi strutturali dei feromoni, nonché autore di numerose pubblicazioni scientifiche in lingua inglese e francese.

Il comportamento di aggressione


I lagomorfi sono animali molto territoriali.
La sequenza di aggressione è piuttosto tipica e facilmente riconoscibile: battere del piede in terra sempre più frequente se l'avversario si avvicina, poi sobbalzi sul posto ed infine aggressione. A volte sono mostrati i denti aprendo completamente la bocca e sollevando il labbro superiore, come minaccia.

Le cause dell'apparizione del comportamento di aggressione, sia sessuale sia territoriale, sono spesso legate al comportamento sessuale e a questo proposito sembra essere molto importante la funzione svolta dai feromoni e dalle proteine emesse soprattutto con l'urina.
La scelta del partner viene fatta proprio in base al tipo di feromone e sembra che sia legata alla compatibilità dei tessuti corporei. L'odore di alcune secrezioni del partner abituale viene memorizzato dalla femmina: se si è accoppiata con un altro partner l'accoppiamento con il partner abituale provoca il blocco dell'annidamento ed il riassorbimento degli embrioni frutto della copula precedente.
Questo fenomeno viene denominato "effetto Bruce".

La presenza di femmine in calore aumenta la frequenza della comparsa del comportamento di aggressione da parte di entrambi i sessi, soprattutto nei confronti di soggetti dello stesso sesso, anche se di specie diversa. Di conseguenza un maschio può aggredire il proprietario maschio (ed una femmina la proprietaria) in presenza di una o più femmine in calore. L'assenza di privacy, soprattutto durante le fasi riproduttive, può aumentare drasticamente la messa in atto del comportamento di aggressione.

Spesso invece la causa è un difetto di socializzazione, in altre parole l'animale non è stato correttamente socializzato con l'uomo nelle prime settimane di vita (ovviamente dallo svezzamento in poi).
In parole più semplici il coniglio non riconosce come specie con cui si possa interagire la specie umana, se non sono avvenuti contatti positivi con questa specie nelle prime settimane di vita. Poiché tutto ciò che non è famigliare viene considerato potenzialmente pericoloso, il coniglio tenderà a mostrare paura e diffidenza nei confronti dell'uomo o di altre specie, se non è stato socializzato con loro. In questo caso il comportamento di aggressione è determinato dalla paura.

E' importante distinguere se il comportamento di aggressione per irritazione, secondario alla paura, è rivolto verso un unico individuo, una categoria o tutti indiscriminatamente, e se è sistematico (ossia continuo e costante) o intermittente.
Se sistematico e rivolto ad un solo individuo di solito si tratta di paura, soprattutto se l'individuo è rumoroso o, molto spesso, un bambino. I bambini spesso sono molto invadenti e tendono a sollevare la copertura della tana nella gabbia, anche dopo il parto.
Se il comportamento di aggressione è rivolto a chiunque, si tratta di una non corretta socializzazione con gli esseri umani in generale.
Se è intermittente probabilmente dipende dal periodo di attività sessuale dell'animale o dalla presenza della nidiata. In questo caso è facilmente correlabile alla presenza di un partner in calore o dei piccoli.
La terapia del comportamento può risolvere la maggior parte di questi problemi.



Patologie del comportamento relative al comportamento materno della coniglia


Il lasso di tempo che va dalla nidificazione allo svezzamento è di tre settimane e comprende la nidificazione, il parto, la formazione del legame materno-figliale e le cure parentali. Le madri allattano 1-2 volte al giorno, rimanendo pochissimo tempo nel nido: si tratta di una strategia per evitare che i predatori individuino il nido.


La nidificazione è su base strettamente ormonale, stimolata da prolattina ed ossitocina.
L'utilizzo da parte della madre dei propri peli per formare il nido è di fondamentale importanza poiché i feromoni che provocano l'appagamento dei coniglietti vengono secreti proprio durante la nidificazione ed i peli ne vengono impregnati. La secrezione dei feromoni è stimolata dai due ormoni suddetti.
Se la madre non crea il nido, i piccoli si disperdono in quanto sono stimolati a restare uniti dai feromoni di appagamento. Inoltre i coniglietti non si impregnano dell'odore dei feromoni e la madre li ignora o peggio, se li incontra li può anche mangiare.

Proprio per questo motivo se si vogliono far adottare dei coniglietti ad una balia bisogna presentarglieli entro il secondo giorno dal parto in modo che si impregnino del feromone secreto dalla balia stessa oppure strofinare il liquido amniotico (raccolto durante il parto) sul coniglietto da far adottare, per farlo apparire appena nato.
Se la coniglia sta per partorire ma non ha ancora fatto il nido si può utilizzare al massimo il 30% dei peli di un altro nido, intervenendo entro 30 minuti dal parto, per costruire un nido riconoscibile sia dalla madre sia dai piccoli.

La nidificazione è un momento molto delicato, perfino le vibrazioni intense (prodotte ad esempio dal passaggio di treni o camion nei pressi dell'abitazione o dell'allevamento) possono disturbarla.


Si ringrazia la Dottoressa Marzia Possenti, Medico Veterinario, per la gentile concessione alla pubblicazione.

Nelle foto Spiritella (a parte l'immagine del paragrafo sull'aggressione, che ritrae Protty).
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