Un invito alla lettura

ANNE e DANIEL MEUROIS-GIVAUDAN, Il Popolo degli Anima-li
Edizioni Amrita, Torino 1995.


Avete mai viaggiato negli occhi di un animale? Non affrettatevi a rispondere... [...]

Avete mai osato navigare nel cuore di un animale, tuffandovi nell'oceano dei suoi occhi?

State sicuri, allora, che non distoglierà lo sguardo,

perché mentre voi entrerete nel suo mondo, lui si sentirà inviato nel vostro.

E' lungo questa strada della comprensione

che vorrei che mi seguiste per un po' di tempo...





copertina del libro Il Popolo degli Anima-li, di ANNE e DANIEL MEUROIS-GIVAUDANCome per ogni testo di una qualche profondità, ci sono vari livelli di lettura.

Si presenta fin da subito un elemento che potrebbe produrre un forte pregiudizio. Tutto il libro è contenuto in una parentesi preceduta da un segno particolare: si tratta, dicono gli autori, di un "viaggio astrale". Un viaggio che non riguarda il corpo fisico, ma solo quello che in una prospettiva esoterica si chiama il corpo astrale.

Si può evitare il rischio di "giocarci" i contenuti solo perché è la prima volta che ne sentiamo parlare o perché per questi termini sentiamo un'istintiva avversione.
Si potrebbe invece scegliere di sospendere la questione della validità dei contenuti, la loro pretesa di corrispondere alla realtà, per viverli come letteratura, se con questo intendiamo una produzione che viene dal cuore e che abita la regione del simbolico.

Queste pagine testimoniano una sensibilità non comune e la profondità che il rapporto con gli animali ha la forza di scavare nella coscienza dell'uomo, e crediamo che solo per questo valga la pena di dedicarci un po' di tempo.
Non siamo forse, in ultimo, noi uomini che decidiamo responsabilmente come e di che qualità debba essere il rapporto con gli animali, così come lo decidiamo nei confronti della natura tutta, ma anche del mondo sociale, umano?

Un pensiero tra i tanti che emergono in questo libro è stato per noi qualcosa che sentivamo dentro ma che ancora non aveva forma.
Il pensiero che anche l'animale, evolutivamente, come specie e come individuo, viene plasmato dal rapporto con l'uomo, esattamente come noi veniamo plasmati dal rapporto con altri uomini.

Questo ingigantisce tragicamente la responsabilità dell'uomo nei suoi confronti. Ma per chi si trova spontaneamente ad amarlo, rappresenta un dono che infonde una gioia pungente e diffonde una "morbida" gratitudine.

Un momento del libro presenta la visita a una tana di un coniglio che a un certo punto così parla:

- Così dunque, se i vostri fratelli, di cui sono in parte incaricato, sono effettivamente più giovani di voi lungo il cammino che conduce al Sole ineffabile, non per questo sono meno vicini a Lui né, tanto meno, meno puri di voi.

Questo vi è già stato insegnato. Forse che un bambino è meno di un adolescente, e un adolescente è meno di un adulto? La loro essenza, i loro potenziali sono identici; il bambino, in fondo all'anima, è adulto, e l'adulto dimentica di ricordarsi che resta sempre un bambino. L'unico problema è di sapere veramente che cosa significa questa parola, adulto.

Ma imparate piuttosto a vivere per pochi istanti al ritmo della tana: cercate nella pace del vostro cuore, di respirare all'unisono con la sua materia, con le foglie morte e le radici; poi, lasciatevi accogliere dall'anima che vi ha invitati: ha qualcosa da affidarvi. Anche per lei, la venuta di coscienze umane in questo luogo rappresenta un'iniziazione, una gioia. – (p. 52)

Ci sono gradi e intensità di comunicazione che la normale quotidianità tende a farci dimenticare. Anche se leggiamo di strani fenomeni tra gli aborigeni australiani o nelle popolazioni indoamericane, la nostra ormai sopita familiarità con essi ce li fa immediatamente archiviare nella categoria "curiosità". Non le sentiamo realmente delle possibilità che possiamo realizzare. Ma ci sono cose che per la loro intensità e particolarità rompono il guscio dell'esistenza materiale e si impongono, lasciano trasparire radure, piccole zone in cui nuove cose diventano possibili. Questo può diventare il rapporto con l'animale che amiamo.

: : recensione di Barbara Bordato : :

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